Dalla realizzazione dei tavoli e dei tavolini, passando per specchi e finestre, fino ad arrivare a porte ed elettrodomestici: il float è la tipologia di uso più comune nella realizzazione dei prodotti che prevedono l’uso del vetro tra le proprie materie prime.
Dopo un primo accenno sulla nascita del vetro float ne analizzeremo:
- caratteristiche e vantaggi;
- differenze rispetto alla tipologia extra chiaro;
- differenze rispetto al vetro temperato.
La storia del vetro float
Era il 1952 quanto Sir Alastair Pilkington terminò la messa a punto del processo di lavorazione che permetteva di ottenere il vetro flottante o galleggiante.
Questa peculiarità del vetro galleggiante deriva proprio da uno step del processo di lavorazione, quello in cui la lastra si trova a galleggiare sullo stagno fuso.
Mentre all’inizio lo spessore massimo ottenibile era pari a 6mm, oggi è possibile garantire ai clienti spessori compresi tra 0.4mm e 25 mm.
Il processo di produzione del vetro flottante
Dopo un’adeguata miscelazione, le materie prime richieste per la produzione del vetro float vengono spostate nel bacino di fusione e arricchite di rottame.
A questo punto la massa vetrosa arriva nel bagno di stagno in una condizione di atmosfera controllata: il vetro, galleggiando sullo stagno, si distribuisce fino a formare la lastra.
In base alla velocità di estrazione dal bagno di stagno è possibile lavorare sugli spessori ottenibili: più velocemente la lastra viene estratta e più lo spessore risulta sottile.
Il vetro finito, trasparente e con superfici parallele, è frutto di un processo di raffreddamento controllato.
Vetro flottante e vetro extra – chiaro a confronto
Nel settore dell’arredamento e degli elettrodomestici il vetro float viene utilizzato anche nella versione più ricercata extra chiara, incolore e totalmente trasparente.
La versione tradizionale del vetro flottante presenta invece una sfumatura di colore verdastro data dalla presenza di ossido di ferro.
Per ottenere la variante extra-chiara l’ossido di ferro viene eliminato quasi completamente; inoltre è presente una tipologia specifica di silice cristallina più chiara rispetto a quella comunemente usata.
Oltre alle differenze nell’aspetto, il vetro extra – chiaro presenta una qualità superiore rispetto alla versione float.
La tonalità chiara lo rende più gradevole allo sguardo, più brillante e adatto a mettere in risalto gli oggetti sopra posizionati.
Un confronto con il vetro temperato
Vetro float e vetro temperato presentano differenze riconducibili ai rispettivi processi produttivi. Rispetto all’iter appena descritto, la tempra termica (così si chiama la lavorazione eseguita per ottenere il vetro temperato) prevede:
- temperature elevatissime (parliamo di oltre 600 gradi);
- raffreddamento veloce tramite getti d’ara.
Il risultato finale è un vetro elastico, robusto e incredibilmente resistente rispetto alla variante non temperata.
I limiti del vetro flottante
Le considerazioni appena fatte ci portano ad identificare quelli che sono effettivamente i limiti del vetro flottante che lo rendono inadatto a determinati utilizzi:
- basso livello di sicurezza;
- ridotta resistenza meccanica.
Il vetro flottante proposto da TF VETRITALIA
Per il settore degli elettrodomestici e per la produzione di vetri destinati a stufe e forni, la nostra azienda offre differenti proposte di vetro: colorato in pasta, con coating, decorato e con marcature a laser.
Il trattamento termico ed il processo di serigrafia consentono di ottenere un prodotto finale esteticamente gradevole ma, soprattutto, caratterizzato da una notevole resistenza meccanica.